educazione emotiva
Emozioni

Educazione emotiva

La competenza emotiva è la capacità di esprimere le proprie emozioni, comprenderle e regolarle. Non si tratta di un elemento innato, può essere educata e si può allenare nel corso della vita.

Quando i bambini sperimentano emozioni intense le manifestano attraverso il comportamento. In situazioni stressanti o preoccupanti possono esprimerle con: capricci, atteggiamenti regressivi (enuresi, richiedere di essere aiutati a svolgere attività che hanno già appreso e sanno fare da soli), iperattività, irritabilità, umore altalenante, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno (risvegli notturni e difficoltà ad addormentarsi).

richiesta aiuto

Tali comportamenti sono la loro modalità per chiedere aiuto agli adulti di riferimento. I genitori sono coloro che conoscono meglio i propri figli, fungono da modelli emotivi nei quali i bambini si possono rispecchiare e possono guidarli nella strutturazione di una buona competenza emotiva.

Ecco come favorire l’educazione emotiva: 

1. ACCOGLIERE L’EMOZIONE del bambino per entrare in sintonia con lui.

2. CONVALIDARE L’EMOZIONE per aiutarlo a sentirsi compreso.

3. ACCETTARE LE EMOZIONI E NON I COMPORTAMENTI (es. “Accetto che stai provando rabbia ma non valido il tuo comportamento aggressivo”). Le emozioni non devono essere svalutate poiché si rischierebbe di mettere in discussione ciò che il bambino sente, facendo passare il messaggio che “non dovrebbe provare quell’emozione” o che “quell’emozione sia inadeguata”. Proporre poi dei comportamenti più funzionali (es. “Capisco che sei arrabbiato ma invece di urlare e alzare le mani, possiamo parlarne e uscire a giocare a calcio” esprimendo così la rabbia ma incanalandola in un’attività positiva). Il genitore può anche partire da sé, spiegando che anche a lui capita di provare la stessa emozione e suggerendo strategie che generalmente lo aiutano a regolarla. Ciò favorisce la normalizzazione di quello che il bambino sente e la comprensione.

rispecchiamento bambino-adulto

 4. PROMUOVERE IL RISPECCHIAMENTO   EMOTIVO restituendo al bambino l’emozione che sta provando. L’altro funge da specchio attraverso il quale il bambino riesce a comprendere ciò che prova. Nelle prime fasi di vita, è grazie all’intervento del genitore, che gli rimanda cosa sta provando, che il bambino gradualmente impara a riconoscere ciò che prova.

5. ARRICCHIRE IL LESSICO EMOTIVO spiegandogli che ci sono diverse sfumature di una stessa emozione (es. rabbia, fastidio, irritazione, frustrazione…) e che si può presentare con intensità differente. 

6. CONTENERE fisicamente per aiutarlo e a non sentirsi perso o sbagliato (“Se mamma e papà mi abbracciano vuol dire che non sono così cattivo/sbagliato”). Fargli capire che è normale sentirsi così e stare con lui fino a quando il vortice emotivo è passato. Inoltre, un abbraccio di 30 secondi permette di attivare gli ormoni del piacere che abbassano il livello degli ormoni dello stress.

7. ANTICIPARE LE EMOZIONI riconoscendo i trigger (es. la stanchezza lo rende più irritabile e capriccioso, quindi favorire sonnellini pomeridiani e messa a letto ad orari consoni).

8. STIMOLARE PENSIERO, PROBLEM SOLVING ED EMPATIA permettendogli di sperimentarsi in autonomia e con attività che lo aiutino a capire come possano sentirsi gli altri (es. usando libri illustrati, alla fine della lettura, chiedergli come si è sentito secondo lui il protagonista della storia).

Una buona educazione emotiva permette di sviluppare:

Consapevolezza di sé: essere in grado di riconoscere i propri stati emotivi, le situazioni che li determinano e le relative manifestazioni corporee.

Autostima: avere fiducia in sé, essere consapevoli dei propri punti di forza e debolezza e possedere un’immagine di sé equilibrata.

Controllo di sé: saper anticipare le attivazioni del corpo alle emozioni ed essere in grado di regolarle.

Empatia: sapere cosa si prova aiuta a comprendere cosa possono provare gli altri e ciò consente di strutturare relazioni più solide e autentiche.

Abilità sociali: saper comunicare e interagire positivamente, esprimere bisogni, punti di vista e gestire le critiche e le discussioni.

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